La scuola è ripartita: quali spese possono essere detratte?

Pubblicato il 15 settembre 2023 • Scuola , Servizi , Sociale

Piccola guida di supporto alle famiglie sulle spese da portare in detrazione nella prossima denuncia dei redditi.

Sono detraibili tutte le altre spese relative alla frequenza di tutti i cicli scolastici, dall’asilo nido alla scuola secondaria di secondo grado, sia presso scuole pubbliche che presso istituti parificati (attenzione: le aliquote e i tetti di spesa riportati di seguito si riferiscono al 730/2023 e quindi occorrerà attendere la loro conferma/modifica per capire l’ammontare del beneficio fiscale nella denuncia dei redditi del prossimo anno).

In dettaglio, per l’asilo nido, sia pubblico che privato, possono essere portate in detrazione al 19% le rette mensili per la frequenza ma solo su un importo massimo, per ogni figlio a carico, di 632 euro annui.

Per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado, possono essere portate in detrazione al 19% le seguenti spese, fino ad un massimo di 800 euro per ogni figlio: tasse di iscrizione, tasse di frequenza, contributi volontari deliberati dagli istituti, spese per la mensa scolastica, per servizi scolastici integrativi (assistenza al pasto, pre e post scuola), per il trasporto scolastico, per gite e viaggi di istruzione, nonché ogni contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa deliberato dagli organi d’istituto (corsi di lingua, teatro, ecc.).

Infine sono detraibili al 19% le erogazioni liberali alle scuole finalizzate all’innovazione tecnologica, all’edilizia scolastica e all’ampliamento dell’offerta formativa (senza tetto di spesa) e le spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale (tetto massimo 250 euro).

Si ricorda infine che per detrarre le spese scolastiche si deve effettuare il pagamento con strumenti tracciabili (bancomat, carte di credito, carte prepagate, bonifici bancari o postali). Tra queste rientrano anche le spese per l’istruzione universitaria, che per essere detratte dalla prossima denuncia dei redditi non potranno dunque essere effettuate in contanti.